Siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi

Incontro del 11 maggio

Raccogli, Signore, le preghiere che salgono a te da ciascuno di noi: tu solo sai ascoltarci e comprenderci, tu solo vieni a noi nel momento della gioia per insegnarci a condividerla con i fratelli e le sorelle; nel momento del dolore per darci, contro ogni evidenza, la certezza che non siamo abbandonati. Concedi anche a noi di saper ascoltare e comprendere. Non permettere che passiamo accanto ai tanti che soffrono, anche oggi, in mezzo a noi, senza essere prossimo per loro, come tu ci insegni ad esserlo in Gesù Cristo.
dalla liturgia Valdese

Il foglietto (video o tel.)
Il foglietto (stampa su carta)

Immagine: Risurrezione, Noli me tangere, Ascensione, Pentecoste
Meister des Schöppingen (1449),

Vocazioni privilegiate…

Incontro del 3 febbraio

…fa’ che non creda che ci siano vocazioni privilegiate, più perfette, e che non presuma di abbracciarle per essere da più degli altri.
Quale che sia, la mia vocazione è la più grande; e l’erba del mio giardino è la più verde perché è quella che tu hai annaffiato per me.
Per seguire la tua voce dammi la generosità di Abramo, la prontezza di Samuele, la naturalezza di Maria.
E dammi la pazienza di attendere e l’umiltà di scegliere quella strada fra tutte, e la capacità di viverle tutte in quella unica che è mia.
Adriana Zarri
Il foglietto
Il foglietto per la stampa

Andiamo fino a Betlem, come i pastori.

Incontro del 9 dicembre

Andiamo fino a Betlem, come i pastori. L’importante è muoversi. Per Gesù Cristo vale la pena lasciare tutto: ve lo assicuro. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso.
Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell’onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.
Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest’anno ci farà trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell’impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera.
Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte, e illuminato di stelle.
E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni, strariperà la speranza.
Tonino Bello
Il foglietto
Il foglietto per la stampa