Buongiorno!

Questo articolo è stato pubblicato sul giornale della scuola “ut focus” – poi tolto per evitare polemiche (2018) – lo ripubblico adesso sperando di risvegliare quelle polemiche…
L’altra settimana sono arrivato prima.
Odio arrivare in anticipo e non capisco chi arriva sempre 10 minuti prima: spesso sono bravissime persone, ma sono portato a diffidare, sbaglio sicuramente.
Sono arrivato prima, dovevo raccontare ai nuovi come funziona il nostro dipartimento, i laboratori etc. etc.. Si, i “nuovi” quelli che sono entrati con la “buona scuola”. Nuovi, ma non giovani, età media 52 anni per i miei.
Seduto in sala docenti aspettavo…
Questa “cosa” dei nuovi incuriosiva molti colleghi ed alcuni si erano preparati a dare il meglio.
“Buongiorno” – entra una collega- “buongiorno rispondiamo in due”, non era uno dei “nuovi”: sarebbero arrivati tutti in ritardo per il traffico e per i problemi burocratici.
E poi buongiorno… buongiorno… buongiorno entrano alla spicciolata e firmano.
E ancora “buongiorno”, rispondiamo in quattro, eravamo una decina, qualcuno parlava al telefono o con un collega o sistemava i compiti.
“Ecco nessuno risponde, questa è la civiltà in questa scuola” – sbotta Enrica (nome di fantasia)
– “ma veramente abbiamo risposto”.
– “Molti no!” – continua Enrica – “indicando quelli che non avevano risposto”.
Poi altri 15 “buongiorni” …
“Ma nessuno risponde, l’educazione è la prima cosa” – esclama Salvatore (sempre nome di fantasia) – “ma veramente abbiamo risposto, persino io” – rispondo – “alcuni no” – riprende Salvatore.
“Ecco vedi che ho ragione” – è Enrica che parla – “la maleducazione e l’inciviltà regnano, che cosa insegniamo ai nostri alunni; la mattina quando arrivo, nessuno mai mi dice buongiorno!”
A questo punto Michele (nome di f.) non si trattiene: “Ma come c.., cavolo vuoi che ti rispondano se arrivi sempre in ritardo, se e quando ci vieni, senza…”
“Spesso chi “desidera” il buongiorno ne ha bisogno, deve controllare se sta in pace con se stesso e con gli altri. C’è chi si sente in colpa per qualcosa e vuole verificare” – “appunto” – interviene Michele interrompendomi – “verificare se è ancora accettato dalla ‘comunità’ perché è una… “.
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Ci sono gli estremisti del buongiorno e sono di opposte polarità…
Ci sono i buongiornisti, pacifici e pacifisti, il loro buongiorno equivale allo Shalom ebraico – da imitare e seguire. (1)
Ma ci sono i buongiornisti guerrafondai, per loro, il saluto è un’arma, si toglie e si dà, per punirti o inserirti tra i possibili adepti, tra quelli del proprio clan. Questo è il buongiorno che non sopporto e rispondere suona, talvolta, come una ipocrisia, per chi non sopporta il familismo, i clan e le fazioni.
– Ah, dimenticavo, poi Michele si è scusato ed ha riavuto il saluto.
(1) « שלום Shalòm o “pace” è la più alta aspirazione dell’ebraismo per il mondo in cui viviamo. È un valore posto al di sopra di tutti gli altri. L’insegnamento rabbinico lo descrive come il solo “canale” attraverso il quale la benedizione divina può scorrere in questo mondo.
Shalom è un valore che permea ogni livello dell’esistenza. Non soltanto le nazioni ma i gruppi di ogni tipo devono imparare a vivere in shalom, l’uno con l’altro. Il contrario di shalòm, nell’ebreo classico, solitamente non è milchamàh (guerra), ma machlòket, che significa divisione, che talvolta porta l’ostilità, tra le persone. Le differenze sociali, etniche e religiose esisteranno fino a quando non arriverà il mashìach. Il nostro compito è quello di imparare a vivere in shalom con gli altri e dare così una mano affinché la redenzione arrivi prima.»
Tratto da “Queste sono le parole” di Arthur Green, ebreo “hassidico”.