Rallegrarci? Sì, ma…
Immaginare qualcosa di meno intonato alla IV Domenica di questa Quaresima (la Domenica detta laetare -“Rallegrati!”) sarebbe stato difficile .
Ma a guardare a questi giorni (simili, in fondo, a tanti altri di questi ultimi decenni tutti “italiani”), c’è poco davvero di cui rallegrarsi, per noi, poveri Cristi.
Potremmo scegliere fra:
– la gag di Luttazzi che, rievocando la frase struggente di Papa Giovanni, fa dire al “Pastore tetesco”: “Qvando antate a casa, e trofate fostri pampini, tate loro ceffone, ma tato pene, e tite loro: Qvesto è ceffone di fratello di Papa”;
– il Vaticano che dà i punteggi alle candidate alla carica di Presidente della Regione Lazio, bocciando, senza appello, la Bonino (e qui, vengono da rimpiangere Gedda e i Comitati Civici, che pensavamo sepolti da un pezzo);
– un pover’unto che , a reti unificate, crede di fare un complimento a se stesso e a un vecchio prete, affermando che quello, il don Verzè, l’Assoluzione gliela dà non appena lo vede, senza nemmeno aprir bocca “tanto lui i miei peccati li conosce” (e magari è vero pure e il segno della Croce è solo un Esorcismo). Certo, più comodo di un lodo o di un legittimo impedimento. Più comodo che dare ordini a un Angelino o far ricorso a Fede. Assoluzione automatica. E telepatica. Sine verbis, sine iniuriis.
A scomodare il Latino, verrebbe voglia di mixare il “Laetare Hierusalem“! col “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”.
Pasquale ha omesso di avvertire: SE NE SCONSIGLIA, VIVAMENTE, LA LETTURA AI CARDIOPATICI, AI BESTEMMIATORI PENTITI E AGLI INCAZZEVOLI PER NATURA.
Ai più giovani lettori del Blog e in generale a chi poco conosce la figura di don Verzè raccomando la lettura della voce di wikipedia con la sua biografia e i conseguenti link ad altri suoi amici e devoti: e non mi riferisco ad Albano ed Iva Zanicchi, pure presenti in lacrime alla festa per i 90 anni, ma, ad esempio, a Nicolò Pollari e agli Angelucci (Antonio, Giampaolo…) Buona lettura