Il prof si è rotto
Da un paio di settimane, i miei amici insegnanti, già abbastanza frustrati da presidi sclerotici, aule striminzite ed interminabili collegi docenti sull’aria fritta, sono alle prese con un motivo in più di umiliazione e nevrosi: l’ora di lezione riportata con puntigliosa e compiaciutà rigidità a 60 minuti.
Par di sentirli Brunetta e la Gelmini, l’acido frustrato e la segretaria d’azienda: dalli ai fannulloni e ai parassiti, ai mangiapane a tradimento, ai privilegiati dei due mesi di vacanza; e a quei drogati e sfaccendati dei loro alunni.
Noi sì che rimetteremo in piedi la scuola, massacrata dai rossi: e vai col grembiulino, col maestro unico, col calcio in culo ai tanti incapaci che invece di fare gli avvocati, i consulenti o qualcosa di fattivo per le imprese si sono imbucati nelle scuole a caccia di un impieguccio statale.
A lavurà, barbun! Pedalare!
Pensavate di farla franca con le vostre orette striminzite di 50 minuti? Profittatori! E ladri! Per 60 minuti siete pagati e per 60 dovete lavorare. Arriverete rincoglioniti alla sesta ora? Solo disabitudine al lavoro. Resterete a terra, senza il pullman per tornare a casa? Fisiologici disagi.
E attenti a non barare! Lo sappiamo che delle regole vorreste farvi un baffo; e che, volendo, siete in grado di fare splendide lezioni in 50 minuti e pessime in 60: solo per farci sfregio!
F. è una mia giovane amica che aiuto nello studio.
Ebbene: oggi aveva uno sguardo più brillante del solito. “Si è spetazzato il prof di latino – ha detto – si è rotto di brutto: frattura del gomito e del polso. Ne avrà fino a gennaio.” E allora? “Allora il preside ha detto che tra venti giorni è Natale e non vale proprio la pena – del resto non ci ha i soldi – per nominare qualche supplente. Dopo la Befana, se tutto andrà bene, dovrebbe ritornare l’ingessato. Buon per noi”.
Ecco la scuola secondo il PdL: il grembiulino, i crocifissi, il millantato credito sui minuti e sul’inglese, per riempire le classi fino a scoppiare (da F. sono in 30), tagliare le materie e i posti di lavoro, risparmiare su insegnanti di sostegno e sulle attrezzature, sui fondi peri laboratori, le strutturee la manutenzione, e infine illudere e umiliare chi, nonostante laurea e corsi abilitanti, non ha più davanti a sé neppure un incerto futuro da precario.
Ed F. ? Ed i suoi amici? Come mille altre classi, senza neanche lo straccio di un supplente…